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Fondo Nesta

passato e futuro di un progetto di famiglia

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Il 4 settembre 2019 Paolo Nesta, mio padre, muore a 71 anni dopo una rapida e improvvisa malattia. La sua intera vita ha ruotato intorno alla ricerca culturale e artistica, si sia trovato nel ruolo dello studente, del docente, del ricercatore, del curatore, del collezionista, dello scopritore di talenti, dell’artista. Il suo studio è sempre stato una stratificazione di differenti progetti che seguiva in parallelo, una costellazione di attività connesse tra loro da un solido fil rouge che ne ha caratterizzato la cifra stilistica. Ed è stato così che, mettendo mano in quanto rimaneva sull’immenso tavolo da lavoro, abbiamo trovato progetti di ricerca su edifici medievali affiancati a ipotesi di nuove mostre su artisti contemporanei, studi su culti locali della bassa val di Susa e nuovi capitoli dell’infinito catalogo degli incisori piemontesi.

Tanti progetti rimasti incompleti.

Paolo era, a sua volta, figlio di due grandi studiosi ed educatori, Maria e Pasquale, quest’ultimo morto centenario nel 2020. Mi sono ritrovato, unico erede, a prendermi quindi cura di un patrimonio culturale e umano notevole che sarebbe stato ingiusto volgesse verso una conclusione “biologica”. È stato quindi naturale, trovandomi a girare tra le carte di mio padre e dei miei nonni, immaginare un prosieguo della loro attività. Per farlo, ho chiesto la collaborazione di Walter Revello, amico fraterno, che per molti anni è stato assistente e collaboratore di mio padre e che, quindi, poteva proseguirne l’attività con cognizione di causa. Nell’autunno 2020, nonostante tutte le lungaggini e le difficoltà della pandemia, abbiamo pertanto costituito il “Fondo Nesta”, volto a preservare l’eredita materiale e culturale della mia famiglia e a proseguirne l’operato. Nel giro di pochi mesi è stato possibile, anche grazie alla collaborazione di Libere Gabbie, dare avvio a una prima struttura museale e a intraprendere la catalogazione e l’archiviazione delle documentazioni e dei beni, nonché a istituire un primo bando per la scoperta di nuovi giovani artisti, in piena continuità con quanto precedente fatto dai membri della mia famiglia.

Abbiamo solide radici ma, cosa ancora più importante, metteremo lunghe fronde.

Marcello Nesta

dicembre 2021

Dallo studio di Paolo al Fondo Nesta

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Ottobre 2005, ero un giovane laureando in beni culturali quando, su invito di Marcello, entro per la prima volta nello studio di Paolo Nesta e ne rimango abbagliato: libri e opere d’arte ovunque, un ordinato disordine al quale, di lì a poco, mi sarei abituato. Nei quattordici anni di collaborazione che ne sono conseguiti, ho avuto la fortuna di affiancare Paolo in progetti molto diversi tra loro, conoscendo l’eterogeneità della sua caratura artistica e di ricercatore. A Paolo devo tanto di quello che sono come storico dell’arte, come docente e, in un certo senso, anche come uomo. Alla sua scomparsa, si è creato un vuoto, umano e culturale, che sembrava incolmabile. Quando Marcello mi ha invitato a mettere ordine nelle carte di Paolo è stato ovvio e naturale immaginare insieme di dare seguito al suo lavoro e, di conseguenza, a quello lasciato in sospeso da Maria e Pasquale. Nel giro di poche settimane abbiamo definito il progetto del Fondo e del Museo Nesta, intavolato i primi accordi, costruita una squadra di lavoro, trovata una sede e trasferito tutto il materiale di studio che la famiglia Nesta aveva raccolto negli anni. Nonostante il lockdown, anzi, i lockdown, il Museo Nesta è stato inaugurato nel giugno 2021, con una mostra di opere inedite nate dal bando “Diverse Diversità”. Nel frattempo, la squadra di giovani conservatori che mi ha affiancato, ha iniziato a catalogare le opere del Fondo Nesta per immaginare un percorso di studio e di esposizione sul lungo termine.

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Walter Revello

dicembre 2021

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